(Reuters Health) – Una commissione di esperti dell’American Heart Association (AHA) ha pubblicato una nuova revisione degli studi in cui si evidenzia che le persone con insufficienza cardiaca potrebbero vivere più a lungo assumendo supplementi a base di acidi grassi omega-3 . Questi supplementi, infatti, sembrano ridurre il tasso di mortalità per malattie cardiache di quasi il 10%.
Premessa
La questione della supplementazione con acidi grassi omega-3 in relazione alla protezione dalle malattie cardiovascolari è ancora in sospeso. A questo proposito gli esperti dell’AHA avevano già evidenziato che i supplementi a base di olio di pesce sono in grado di prevenire la morte per malattie cardiache in persone che hanno già avuto un attacco di cuore, ma avevano anche precisato che non vi è alcuna prova concreta che l’olio di pesce possa prevenire le malattie cardiache, soprattutto perché la questione non è stata studiata nello specifico. “Una riduzione della mortalità cardiaca del 10% importante sia a livello del rischio del singolo individui, sia a livello di popolazione”, dice il coautore della nuova revisione David Siscovick, vice presidente per la ricerca presso la New York Academy of Medicine di New York City.
La metanalisi
Con questo nuovo report – che è un aggiornamento di una guida all’integrazione alimentare del 2002, con i dati provenienti da 15 studi più recenti – gli autori hanno voluto dare un contributo valido sulla stratificazione delle persone che potrebbero trarre vantaggi dall’assunzione di integratori a base di olio di pesce. “Il medico così avrà una guida su quali pazienti trattare con supplementi e quali non. Stiamo parlando dell’uso di supplementi di olio di pesce – ha detto Siscovick – Le persone possono pensare che la supplementazione e l’assunzione di pesce, siano la stessa cosa, ma non è cosi”.
Per realizzare questo nuovo documento il comitato consultivo si è concentrato su un ampio studio del 2008 che ha evidenziato come per le persone che ricevevano 840 milligrammi al giorno di olio di pesce (Omega-3) si riducesse il tasso di ospedalizzazione dell’8% e il tasso di mortalità per insufficienza cardiaca del 9%, rispetto a coloro che assumevano supplementi a base di olio di oliva. Il gruppo di esperti ha concluso dichiarando che non ci sono prove che gli integratori di olio di pesce possano proteggere i diabetici o le persone a rischio di diabete e di malattie cardiache. E ugualmente non vi sono prove del fatto che gli integratori di olio di pesce, assunti dalla popolazione generale, possano prevenire ictus, fibrillazione atriale ricorrente o fibrillazione atriale dopo un intervento cardiochirurgico.
Fonte: Circulation 2017
Gene Emery
(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Nutri&Previeni)